sabato 1 marzo 2014

Visita al Cimitero di Seregno

Classica mattina uggiosa invernale: nebbia, freddo e molta umidità. Sono agitata: mi sto recando a svolgere la prova scritta per un esame a cui tengo molto, per cui però, per una serie di coincidenze, ho avuto poco tempo per prepararmi. Non importa: a volte è anche giusto provare e tentare ( credo fermamente nel detto "aiutati che Dio ti aiuta" ). Prendo il treno da Milano Lambrate per Seregno, mi dirigo verso la sede del'esame, ripromettendomi che, se mi fossi sentita più o meno tranquilla (e a posto con la coscienza..) una volta terminato, sarei andata a visitare il cimitero della cittadina brianzola, perchè " prima il dovere poi il piacere..." e un piccolo premio a volte è più gratificante di qualsiasi altra cosa.

Esco dall'aula con la consapevolezza di aver avuto fortuna, il "rischio" di aver superato la prova è abbastanza alto ( :-) ) quindi mi posso concedere qualche ora di "svago". La nebbia sta lasciando posto a un cielo terso invernale e il miglior modo per scaricare la tensione è trascorrere qualche minuto in un luogo tranquillo. Mi dirigo verso il Cimitero cittadino senza grandi aspettative, le informazione trovate in rete sono poche e non mi sembra di essere venuta a conoscenza di opere di artisti a me noti in questo camposanto. La sede dell'esame è dalla parte opposta della cittadina, ma dopo circa 20 minuti di camminata vedo da lontano quello che sembrerebbe il Cimitero. Un lungo viale alberato e pedonale preannuncia l'avvicinarsi al camposanto. (lo scenario è lo stesso di Torino...naturalmente "in piccolo") Due grandi edifici, che cingono il cancello di ingresso, costituiscono la facciata: il camposanto, secondo quanto viene riportato a lato di una di queste due strutture, fu progettato nel 1908 dagli architetti M. Aliverni e Scanalini.

La nebbia si sta alzando, e il mio umore per riflesso si rasserena anche grazie all'adrenalina che mi assale ogni volta che sto per varcare la soglie in un nuovo Cimitero mai visitato: chissà cosa troverò, scultori famosi, storie toccanti, nuove sensazioni? La visita comincia e la mia attenzione cade su una grande edicola che sovrasta la rotonda vicino all'ingresso: l'Edicola Vismara, alta e imponente nelle sue linee liberty, mi porta alla mente le cappelle funerarie del Monumentale di Milano (non perchè sia particolarmente legata all'idea che Milano sia " Caput mundi", ma è uno dei cimiteri che meglio conosco, insieme a quello di Vigevano, quindi è il mio principale strumento di paragone, senza contare che Milano ha comunque avuto sempre grande influenza sulle realtà artistiche limitrofe). L'edicola Vismara riporta ai lati del portale di ingresso due raffinati angeli in bronzo a rilievo e riporta il nome della famiglia su una splendente targa a mosaico oro.

Un' altra edicola, di cui mi sfugge il nome della famiglia concessionaria, colpisce la mia attenzione in quanto sembra una vera e propria chiesetta di montagna altoatesina con tanto di campanile e tetto spiovente.

Mi perdo tra i viali e trovo stranezze e tombe degne di un "cimitero monumentale" . Le statue in bronzo di due cani  fanno da custodi a una tomba di famiglia, un'altra sepoltura poco distante è preceduta da una bellissima donna in marmo di Carrara vestita secondo i dettami della moda ottocentesca. E' inginocchiata su un confessionale e prega per il defunto.  E' collocata all'interno di una teca che protegge la figura ed è probabilmente da poco stata restaurata in quanto risplende il candore del bianco del materiale che rivela la finezza di intaglio e la maestria con cui l'autore ha creato questa splendida opera che gli venne commissionata per la tomba delle Famiglie Giovanni e Luigi Vismara.(probabilmente Vismara è un cognome molto diffuso nella zona ) Come non notare il bellissimo scialle ricamato in pizzo che ricopre le spalle della donna, il cui volto teso e smagrito per il dolore del lutto, è rivolto verso il basso in momento di preghiera e riflessione. Ogni particolare è eseguito alla perfezione, dal cesto di fuori che è collocato davanti alla panca, al drappo di tessuto che ricopre la stessa. Ennesima dimostrazione che anche nei cimiteri di provincia è possibile trovare opere artistiche degne di nota.

Continuo il mio percorso e  trovo due tombe che riportano statue di giovani in tenuta sportiva " da calciatore":  probabilmente ragazzi morti prematuramente, strappati al fiore della giovinezza e venuti a mancare in quell'età in cui si coltivano le prime passioni come il calcio e il tifo per la squadra del cuore. Non conosco il motivo del loro decesso, forse qualche incidente stradale, ma di sicuro le rispettive famiglie hanno voluto ricordarli così: allegri e solari, pronti a scendere in campo in una partita amichevole della squadra dell'oratorio. (o forse anche in qualche partita di livello superiore...) Mi imbatto anche nella tomba di un altro giovane che riporta la statua di un ciclista a lato della sua bicicletta, forse in occasione di una competizione ciclistica. Solare e deciso sembra in posa per la classica foto di rito prima dell'inizio della gara. 

Pietà, deposizioni: ogni buon cimitero che si deve rispettare conserva opere di questo tipo...ma anche la statua di un signore, seduto sul basamento di granito rosso, che rilassa le proprie membra dopo una dura giornata di lavoro ( e forse dopo un'intera vita di duro lavoro...). Spossato e triste nella sua stanchezza e impotenza di fronte allo scorrere del tempo, una vita di  sacrifici e privazione che probabilmente hanno contraddistinto la sua modesta vita ...un'opera più o meno recente (ammetto di non aver guardato la data di morte del signore...probabilmente anni '70) eseguita secondo lo stile del "non finito", dai tipici profili appena abbozzati e poco levigati. La mia immaginazione vola, cercando di immaginare la vita di quest'uomo, che, con questa scultura, ci ha comunque lasciato un messaggio, le cui parole aleggiano nell'aria o vengono sussurrate del leggero vento che fa muore le foglie secche tra le lapidi.

Mi dirigo verso l'uscita, è ormai trascorsa quasi un'ora ed è il momento di riprendere il treno per Milano: vicino al cancello trovo altre opere che attirano la mia attenzione. Un  bellissimo angelo di marmo bianco, purtroppo rovinato, che indica il cielo e una strana struttura di bronzo che raffigura un'ancora.

...Ogni cimitero parla, e solamente chi ha la mente libera da pregiudizi è in grado di udire le parole che compongono le storie di queste vite...


...alla prossima Amici ( ps...l'esame è andato bene, ora mi aspetta l'orale :-) )


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