lunedì 16 febbraio 2015

Percorsi arriva nelle scuole!

Sto per varcare la soglia del Liceo Melchiorre Gioia di Piacenza, e un brivido mi sale lungo la schiena. Una nuova esperienza mi sta aspettando e sono certa che anch'essa potrà essermi di insegnamento al pari di quelle in cui già mi sono imbattuta fino ad ora.
Sarò la docente di una serie di incontri da me ideati e intitolati " Memorie di marmo: studiare la storia e l'arte a partire dai cimiteri. Visite al Cimitero di Piacenza e al Monumentale di Milano". 


Tematica piuttosto singolare se la si pensa proposta a degli studenti del liceo. Contrariamente alle mie aspettative, 14 ragazzi mi stavano aspettando in classe con fare curioso, ma con quella sorta di "timore reverenziale" nei confronti di un nuovo insegnante pronto a mettere piede in classe.
"Ci siamo, ora tocca a me" ho pensato...9 ore in totale di lezione, suddivise in un primo incontro in aula e le successive ore dedicate alle visite dei Cimiteri di Piacenza e di Milano
In aula il tempo è volato, nonostante le mie perplessità sul parlare per così tanto tempo a dei ragazzi così giovani: tra qualche verso del Foscolo e le visite virtuali ai cimiteri monumentali più famosi in Italia e non solo, i ragazzi mi hanno seguito con entusiasmo, interessandosi alle stranezze e alle curiosità che studi in questo ambito possono svelare. Devo ammettere che è stato faticoso la preparazione di queste lezioni, avvalorate da slide esplicative, ma ciò mi ha permesso anche di approfondire tematiche che fino ad ora avevo affrontato marginalmente, come il tema della poesia cimiteriale inglese. Mi sono scoperta appassionata delle elegie di Thomas Gray e di tutti gli altri poeti inglesi che nel corso del XVIII secolo si sono lasciati ispirare da questi luoghi così singolari come i cimiteri. Visioni macabre, fantasmi e uccelli notturni che svolazzano sulle tombe, ma anche profonde riflessioni sul senso della vita e il ricordo di ciascuno dopo la morte. Cosa resta di noi? Rimane quella "celeste corrispondenza d'amorosi sensi" tanto celebrata dal Foscolo che perpetra il nostro ricordo grazie alle preghiere di coloro che rimangono e curano la tomba.

Il giorno seguente finalmente la prima visita al Cimitero di Piacenza! Nonostante i primi intoppi con i mezzi locali e la neve caduta abbondantemente nei giorni precedenti i ragazzi mi hanno seguito con interesse e curiosità nella visita di questo cimitero, apparentemente poco importante a livello storico, ma ricco di testimoniante della storia e dell'arte locale. Edificato a partire dal 1819 da Lotario Tomba (dal nome non poteva che lavorare per il cimitero mi viene da dire con ironia...), autore tra l'altro di opere importanti nella cittadina come il Teatro Municipale di Piacenza, si estese nel corso degli anni lungo i fianchi dell'antico quadriportico iniziale, fino ad assumere la forma attuale che si estende non distante dalla Via Emilia. In esso hanno lavorato artisti di fama locale e non solo, per esempio Achille Ulisse Arata, architetto futurista  progettò delle sepolture e si preoccupò di elaborare nel 1917 ben due progetti per un nuovo camposanto, che tuttavia non vennero di fatto realizzati sia per la stranezza degli edifici ideati che per la decisione del Comune di Piacenza di continuare ad ampliare il cimitero preesistente. Felice Toscani, i fratelli Monti che crearono una ditta di marmi molto attiva al camposanto, Ugo Rancati, per fare alcuni nomi degli scultori che quivi lavorarono. La maggior parte di essi ebbe parte della formazioni all'Accademia di Brera di Milano ed è stato per me molto interessante scoprire le influenze che gli scultori milanesi, a me ben più noti, hanno lasciato a questi artisti di fatto più provinciali. Alla visita si sono aggiunti anche gli studenti di un corso legato alla storia partigiana della città: ulteriore fonte di soddisfazione sono stati i complimenti della professoressa che mi ha rivolto, entusiasta per l'approfondimento sulla storia dell'edificazione del cimitero.

Nella terza giornata ho ospitato i ragazzi nel "mio" monumentale: visita alle tombe illustri facendo attenzione alla storia nazionale e ai movimenti artistici come la Scapigliatura. Cosa che li ha toccati maggiormente è stata la visita al tempo crematorio, forse per assimilazione ai tristemente più noti forni nei campi di concentramento, appena studiati sui banchi di scuola, o per la stranezza e suggestività del luogo.


Guardo indietro con piacere a questa esperienza e ringrazio il Liceo Melchiorre Gioia per avermi ospitato in questi giorni.

... Un ringraziamento particolare al mio amico Alessandro!

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