martedì 11 novembre 2014

Capela dos Ossos a Evora

Capela dos Ossos, Igleja do Sao Francisco a Evora
Mi capita spesso di ripensare ai mesi vissuti in Portogallo, esperienza di vita che ha lasciato un segno profondo a livello umano, ma che ha anche contribuito ad approfondire la mia conoscenza  nel mondo dell'arte funeraria. Come scordarmi delle numerose pause-pranzo trascorse al Cemiterio dos Prazeres di Lisbona, di cui vi parlerò presto dettagliatamente, o delle gite in alcuni cimiteri portoghesi, a Porto, Coimbra,  Obidos, e Portimao e in luoghi suggestivi e "spettrali" come la Capela dos Ossos ad Evora.

Oggi vi parlerò proprio di quest'ultimo luogo così inconsueto, ma copia di un altro celebre ossario a me ben noto.

La Capela dos Ossos è uno dei monumenti più famosi nella cittadina di Evora, nell'Alentejo, regione a est di Lisbona, considerata una della zone più autentiche del Portogallo e zona vinicola di grande tradizione.

Una giornata autunnale piovosa e uggiosa ha accompagnato la nostra visita della città, (proprio come la triste giornata milanese in cui sto scrivendo proprio ora): dico "nostra" perchè nei mesi portoghesi ho avuto la fortuna di avere come compagna di viaggio e di lavoro Alessandra, una ragazza splendida che non si è mai rifiutata di seguirmi interessata nelle mie gite "alternative" per cimiteri e luoghi inconsueti e incuriosita di questa mia passione così particolare.

La cittadina portoghese conserva tra le sue mure medievali monumenti importanti nella storia portoghese e non solo, quali l'antico tempio di Diana di epoca augustea, la cattedrale progettata da Afonso Alvares, il più importante monumento medievale rimasto fino ai giorni nostri, con l'aspetto di una chiesa fortezza edificata nel XIII secolo.

Collocata nel transetto destro della Igleja do Sao Francisco, la Capela dos ossos risale al Cinquecento ed ha la particolarità di avere le pareti interamente rivestite di ossa umane. Scenario non inconsueto per me poichè a Milano esiste una cappella-ossario molto simile nella Chiesa di San Barnardino alle Ossa e la somiglianza tra questi due edifici, come vedremo in seguito, non è casuale.

La capela dos Ossos venne costruita inizialmente nel XVI per volere di un monaco francescano il quale, secondo lo spirito controriformista dell'epoca, intendeva condurre i propri confratelli alla contemplazione della ineluttabilità della vita e del mistero della morte. La cappella venne completamente ristrutturata nel 1738 quando il Re Giovanni V del Portogallo visitò Milano e in particolare lo colpì la Chiesa di San Bernardino alle Ossa. La stranezza del luogo e l'imponenza dell'edificio suggerì al Re la creazione di un ossario uguale nella cittadina portoghese. E' senza dubbio fonte di orgoglio e soddisfazione, da amante delle bellezze della mia città natia quale sono, sapere che monumenti di Milano sono stati nel corso della storia esempio per la creazione di altre strutture in Italia e non. Quali vi starete domandando...subito vi porto un altro esempio: il Tempio Crematorio al Cimitero Monumentale di Milano (giusto per rimanere in tema !) fu il primo in Italia e uno dei primi in Europa, e fu preso a modello in tutto il Vecchio Continente per la creazione di nuovi impianti cinerari.

La lugubre cappella è formata da pareti di 11 metri di altezza per 18,7 di lunghezza. L'intento chiaramente didascalico dell'edificio è dimostrato anche dalla lapide collocata all'estremità del grande portale di accesso alla cappella su cui è incisa la scritta in portoghese  Non ossos que aqui estamos pelos vossos esperamos (Noi ossa che qui stiamo, le vostre aspettiamo) Un vero e proprio memento mori che ha lo scopo di far riflettere i temerari in procinto di varcare la soglia di questo luogo spettrale.



La luce entra da tre piccole finestre nella parete di sinistra: i muri perimetrali e le otto colonne che sostengono il soffitto sono decorate da ossa umane, teschi e tibie collocati con ordine e cementati nelle pareti. Anche il soffitto riporta decorazione dipinte con motivi funerari. Sembra che il numero di scheletri contenuti in questo ossario sia di circa 5000 corpi, provenienti anche dai cimiteri e dalle chiese della zona, ove i francescani venivano inumati. Molti di questi teschi riportano delle incisioni che indicano il nome della persona a cui sono appartenuti.

Sul fondo della parete di destra sono visibile due corpi interi appesi a catene tra cui un bambino.


Il pavimento è ricoperto da lapidi che indicano la presenza nel sottosuolo di altrettante sepolture, così come avveniva normalmente nelle chiese, prima che venissero bandite le sepolture intra moenia nelle chiese cittadine: nella parete di fondo un piccolo altere decorato anch'esso con ossa che incornicia un Cristo crocifisso dipinto nella parete, e una statua della Madonna
Di fronte a questo macabro spettacolo, ognuno viene soggiogato, costretto alla riflessione, a cercare dentro di se' uno scopo che giustifichi l'esistenza, le azioni quotidiane, e fa comprendere quanto sa prezioso un solo istante della vita terrena.

Da ultimo mi viene da fare una piccola considerazione sulle due cappelle a confronto. San Bernardino alle Ossa, pur essendo modello per Evora, si presenta alquanto differente dall'edificio portoghese.  L'esempio milanese si sviluppa in altezza con pareti che non sono rivestite interamente da ossa umane, che sono invece incorniciate in riquadri decorativi e grate. Ad Evora invece le pareti sono interamente ricoperte da resti umani: uno scenario davvero suggestivo e inquietante che rende la cappella un esempio quasi unico nel suo genere. Vi starete domandando quale delle due preferisco: pur essendo affezionata a Milano e alle sue bellezze, ho il Portogallo nel cuore e la Capela dos Ossos è unica! :-)

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