lunedì 24 agosto 2015

Il Cimitero di Cervia, un legame costante.

Ci sono luoghi che cominci ad apprezzare dopo determinate circostanze, e ci sono altrettanti posti che in un modo o nell'altro si cerca di evitare, pur non avendo un motivo concreto per questa avversione. Così per me è stato del Cimitero di Cervia: nessun brutto ricordo, ma la volontà di evitarlo e di girare lo sguardo dall'altra parte ogni volta che mi sono trovata davanti. Ma questo fino a non molti anni fa, quando tutto è cambiato...

Fin da piccola ho frequentato ogni estate Milano Marittima, ridente e affollata località sulla Riviera Romagnola, le cui origini si intrecciano in un certo modo con le mie. Il mio bisnonno la vide nascere dal lontano 1911, quando la Società Milano Marittima per lo sviluppo della spiaggia di Cervia della quale facevano parte numerose famiglie milanesi, stipulò un accordo con l'Amministrazione Comunale di Cervia per la riqualificazione di una vasta zona lungo il litorale romagnolo, rimasta incolta e inutilizzata, con l'obbligo di fabbricarvi villini, parchi e giardini per creare così una nuova zona balneare. Questa fu denominata Milano Marittima, nome che fa capire il forte legame con la mia Milano. Anche il mio bisnonno successivamente entrò a far parte di questo gruppo di milanesotti , cosa che fin da piccola mi ha sempre fatto sentire importante! 

La mia famiglia, pur vivendo a Milano,  rimase sempre legata a questo luogo, tanto che mio nonno in tempo di guerra sfollò proprio a Cervia per andare ad insegnare matematica nella scuola del paese. Mio padre all'epoca era piccolissimo,  aveva solo 4 anni quando il terribile conflitto terminò e i suoi vaghi ricordi si legano inesorabilmente a Cervia: i bunker in spiaggia sotto la sabbia, i corpi dei tedeschi che venivano gettati in tutta fretta in grosse buche scavate addirittura nella piazza principale di Cervia, le passeggiate nella lussureggiante pineta. 



Ma non voglio annoiarvi: alla fine sono ricordi di famiglia che possono non interessare. Nei miei 32 anni di vita le estati sono trascorse per lo più a Cervia, luogo che considero ormai come la mia seconda casa. C'era solo un luogo che non mi ha mai interessato più di tanto: il cimitero, e sinceramente non so spiegarmi il motivo! qualche anno fa però qualcosa in me è cambiato, e spinta dalla curiosità di scoprire sempre più opere d'arte celate nei cimiteri, ci ho messo piede per la prima volta: come potevo non conoscere il cimitero di un luogo a me tanto caro, io "la regina dei cimiteri"!:-) Ormai per i numerosi impegni che occupano la mie giornate non è così immediato prendere la macchina e trascorrere il weekend a Cervia, ma ogni tanto me lo concedo e appena posso naturalmente vado a visitare anche il Cimitero di Cervia. Proprio come è successo settimana scorsa.

Il cimitero non ha una grossa rilevanza artistica: nel corso degli anni ha subito diversi ampliamenti, come l'ultimo progettato qualche anno fa, in cui la struttura si è "mangiata" parte della pineta che si sviluppava dietro alle murature di confine. Ma non preoccupatevi: la pineta di Cervia e Milano Marittima continua a essere il gioiello verde di queste località turistiche! Immerso nel verde e nella tranquillità: lontano dal caos cittadino, il forte profumo dei pini dopo un temporale estivo o la brezza marina che ne muove i rami mi trasmettono ogni volta pace e serenità: non tutti i cimiteri sanno trasmettere un senso di quiete come il Cimitero di Cervia, 

"La morte ci risveglierà dal sogno della vita" 


In questo cimitero c'è la tomba della mia famiglia, su cui si erge imponente un grosso crocifisso di bronzo, che ahimè avrebbe bisogno di una sistemata, ma ci sono anche alcune sepolture che ormai è una consuetudine andare ad osservare.
Il busto in bronzo di un signore barbuto mi guarda con supponenza non distante dalla tomba della mia famiglia: che eleganza e che portamento! Agostino Panzavolta si chiamava; chissà se il mio bisnonno mai ci parlò insieme...
C'è un delicato rilievo in gesso di un angelo che sconsolato porta al cielo l'effigie dei due defunti o il busto di un allegro giovanetto che indossa una giacca abbottonata fino al collo, o la tomba del tennista, su cui è posata una racchetta. C'è Gigino il marinaio che mostra fiero il suo bottino di pesca, o la coppia di sposi che vengono ritratti "inspiegabilmente" con in braccio un cucciolo di leone. Ma ci sono anche edicole dalle forme bizantineggianti, con forti rimandi alle splendide chiese bizantine della vicina Ravenna.

Gigino il Marinaio


C'è anche la piccola Marina che sorridente posa per una foto ricordo sulla spiaggia di Cervia, vestita con un delizioso costume alla marinaretta. Forse furono i genitori a scattarla questa foto in un momento allegro e spensierato di vacanza, proprio i genitori, che piansero la morte prematura del loro bene più prezioso...

Tutto per noi tu eri con te
tutto si spense resto il dolore
tesoro perduto sogno infranto
mentre gli angeli cantavano
sorella vieni a noi



A proposito delle guerra: esisteva anche il Cimitero Militare Tedesco, che ora non esiste più. Se volete sapere qualcosa in più, vi rimando all'album di foto che avevo pubblicato sulla pagina Facebook di Percorsi d'arte funeraria



Insomma, poche righe per dirvi e non mi stancherò mai di dirlo, che chi sa osservare con occhi differenti un cimitero, può dialogare col passato e conoscere vite di persone le cui memoria si è persa magari nel tempo!

A presto Amici di Percorsi!




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